Codice della strada, ANCMA: riforma molto preoccupante per il settore ciclo. L’associazione: “Penalizzare la leadership della nostra industria sarebbe un autogol, comparto che vale oltre 3,2 miliardi di euro. Maggiore sicurezza si ottiene con misure strutturali, Italia unico Paese in Europa a introdurre assicurazione, targa, casco e frecce obbligatori”
| | Pianeta Impresa news. Torino, 10 giugno 2023 – Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) esprime “forte preoccupazione” a seguito delle dichiarazioni sulla riforma del Codice della strada rilasciate oggi [07/06/2023] dal ministro delle Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini, rispondendo a un question time alla Camera. In un comunicato diffuso in serata, l’associazione prende posizione contro la proposta di introdurre assicurazione, targa, casco e frecce obbligatori per le biciclette.
“Si tratta di misure che non vanno nella direzione di ottenere maggiore sicurezza, per la quale – si legge nel comunicato – serve un impegno strutturale ed educativo a tutela di chi utilizza la bicicletta, che è un utente debole della strada”.
“Abbiamo già avuto modo di inviare lo scorso marzo una lettera dettagliata al ministro competente, attraverso la quale – ha rimarcato il presidente di ANCMA Paolo Magri – non solo abbiamo sottolineato il valore del comparto ciclo, che in Italia genera un volume d’affari di oltre 3,2 miliari di euro, ma abbiamo anche evidenziato che il nostro sarebbe l’unico Paese in Europa, dove tra l’altro l’utilizzo della bici è ampiamente più diffuso che in Italia, ad introdurre questi obblighi”.
“Il nostro Paese – ha concluso Magri – ha un grande potenziale di attrattività cicloturistica, ha un mercato che cresce, è uno dei primi produttori di biciclette nell’eurozona, esprime un tessuto imprenditoriale d’eccellenza fatto da oltre 250 piccole e medie imprese, per l’80% insediate fra Veneto, Lombardia e Piemonte. L’associazione è a disposizione del Governo in maniera costruttiva, ma per come è stata annunciata, questa riforma sembra oggi più contro la diffusione della bicicletta, che a favore di una maggiore sicurezza sulle strade: penalizzare la leadership della nostra industria sarebbe un autogol”.
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L’industria delle due ruote, alla quale ANCMA offre rappresentanza istituzionale, impiega circa 20.000 dipendenti diretti e fattura 5 miliardi di euro. La produzione italiana di biciclette (2,3 milioni di unità) e motocicli (300 mila unità) occupa saldamente il primo posto a livello europeo. In Italia operano nel settore circa 5.000 punti vendita e, complessivamente, il commercio di bici, moto, ciclomotori, scooter, componenti e accessori, tenendo conto anche dell’indotto, dà lavoro a circa 60.000 persone. Confindustria ANCMA è socio unico di EICMA Spa.
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