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"Marxista, socialista e a capo di un governo tirannico": la lettera dei generali in pensione contro Joe Biden (nella foto)
© Fornito da La Repubblica
di Massimo Basile

"La sopravvivenza della nazione è in pericolo", hanno scritto 124 ex alti ufficiali in un documento di 5 pagine firmato "Flag Officers 4 America"

PRISMA news. Torino, 15 maggio 2021 – la Repubblica. 13 MAGGIO 2021 - NEW YORK - Joe Biden "marxista", "socialista", con problemi "psichici e mentali" e a capo di un governo tirannico. L'accusa arriva da più di cento, tra generali e ammiragli americani in pensione, in una lettera aperta, di cinque pagine, firmata "Flag Officers 4 America" in cui 124 ex alti ufficiali, che avevano giurato fedeltà alla Costituzione, a prescindere dall'appartenenza politica, hanno lanciato un attacco frontale al presidente degli Stati Uniti. "Il nostro Paese - scrivono - ha avuto una virata verso un governo tirannico socialista e marxista". "La sopravvivenza della nostra nazione - aggiungono - è in pericolo".

L'appello ricorda, nei toni, quello recente dei militari francesi al presidente Emmanuel Macron, accusato di aver avviato il Paese verso un "visibile declino" a causa delle troppe "concessioni all'islamismo". Se nella lettera dei francesi si parlava di possibile "insurrezione civile", in quella americana emerge un ambiguo appello a ribellarsi, attraverso l'elezione di rappresentanti che "salveranno l'America, e la nostra repubblica costituzionale", perché la "volontà del popolo va ascoltata e seguita".

Quella espressa il 3 novembre 2020 con le elezioni presidenziali non viene citata. Sebbene i generali non dicano apertamente che il voto è stato illegittimo, come pensa la maggior parte degli elettori repubblicani secondo un sondaggio Reuters/Ipsos, i firmatari chiedono se Biden sia in "condizioni psichiche e mentali" per essere il Commander in Chief. "Le sue condizioni - spiegano - non possono essere ignorate. Deve essere in grado di prendere velocemente decisioni che riguardano la sicurezza nazionale". "L'attuale amministrazione - scrivono - ha lanciato un assalto in larga scala ai nostri diritti costituzionali in modo dittatoriale, bypassando il Congresso, con più di cinquanta ordini esecutivi firmati velocemente, molti ribaltando gli atti della precedente amministrazione". Invitano Biden a riprendere la costruzione del muro per fermare il "traffico di esseri umani, i cartelli della droga, l'ingresso di terroristi e portatori di virus". Chiedono di bloccare gli accordi con l'Iran sul nucleaare e di contrastare la Cina avviata al "controllo del mondo".

"L'anarchia vista in alcune città - continuano - non può essere tollerata". Definiscono il dispiego di soldati attorno a Capitol Hill, deciso dopo l'assedio del 6 gennaio, una misura presa contro una "minaccia non esistente". La lettera arriva nel momento in cui si registra la maggiore polarizzazione tra partiti, con l'espulsione dai vertici dei repubblicani della Camera di Liz Cheney, colpevole di non aver sostenuto Donald Trump nel denunciare brogli elettorali, finora mai provati. Privato della ribalta social, Trump sembra riprodursi sotto altre forme. Secondo Politico, l'organizzatore sarebbe Joe Arbuckle, maggiore pluridecorato, sostenitore dell'ex presidente e veterano del Vietnam, ritirato dall'esercito nel 2000. Dal lungo elenco di firme, che occupa tre delle cinque pagine, non emergono molti nomi famosi. In gran parte sono alti ufficiali di seconda fila. Spiccano tre nomi: quello dell'ammiraglio John Poindexter, condannato nel '90 a sei mesi di carcere per il suo ruolo in un traffico di armi con Iran e i Contras del Nicaragua, al tempo in cui era consigliere del presidente Ronald Reagan. Il generale d'arma Donald Bolduc, candidato al Senato nel New Hampshire e il generale William Boykin, considerato un oppositore di musulmani, diritti di gay e lesbiche.


15/05/2021 - 09.22.49

fonte: la Repubblica


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