La ripresa cè e le fiere vi contribuiscono, ma le imprese sono stremate Da Marmomacc a Micam Shoevent, da VicenzaOro First a Macef, dai Pitti Immagine a Immagine Italia & Co., le mostre professionali internazionali in Italia registrano incrementi di espositori e compratori. I segnali di ripresa del manufatturiero italiano ci sono, ma non mancano i motivi di preoccupazione. Molte imprese sono stremate, hanno resistito con grandi sacrifici sui redditi e loccupazione e hanno fatto sforzi superiori dinventiva e intraprendenza. Anche le principali imprese fieristiche hanno fatto la loro parte, con ristrutturazioni coraggiose (basteranno?) e venendo incontro in molti modi alle difficoltà e alle esigenze degli operatori, ma lavorare in Italia è diventato estremamente difficile e molti imprenditori hanno purtroppo rinunciato a dare battaglia per cambiare la situazione. Battaglia che dovrebbe iniziare dalle proprie associazioni, cui il marasma amministrativo e legislativo ha fatto gioco, spingendo gli imprenditori a iscriversi e a usufruire dei servizi a pagamento offerti. Molti imprenditori hanno preso la via che è parsa loro più praticabile, spostare le produzioni allestero o diventare esclusivamente importatori. Ma se non si creano valide alternative ciò si risolve in un impoverimento del Paese, e a questo punto anche le fiere professionali internazionali di cui andiamo giustamente fieri avranno scarse prospettive davanti a loro. A complicare il quadro, si stanno aggiungendo drastici aumenti nei prezzi delle materie prime che potrebbero mettere fuori gioco le nostre imprese. | |||||||