Politecnico e Museo Egizio di Torino insieme per l’inclusione e l’accessibilità del patrimonio con il supporto delle neuroscienze.
Le due istituzioni torinesi stanno lavorando insieme nel progetto PRIN PNRR “Neuro-Museum” con l’obiettivo di studiare la correlazione tra fruizione del patrimonio culturale, benessere individuale e inclusione sociale a livello cognitivo ed emozionale
| | PRISMA news. Torino, 9 febbraio 2023 – Il ruolo del patrimonio culturale nella crescita personale, nell’inclusione sociale e nel benessere individuale e della società è sempre più riconosciuto e indagato, e in questo ambito i musei giocano un ruolo chiave. Molti studi hanno confermato che proprio nei musei l’esperienza di apprendimento è tanto più efficace e significativa quanto più opera non solo a livello cognitivo ma anche emozionale, consentendo di memorizzare quanto appreso e rielaborarlo.
Su questi temi Politecnico di Torino e Museo Egizio di Torino hanno iniziato di recente una collaborazione nell’ambito del progetto PRIN PNRR “Neuro-Museum”, che prevede un’indagine dell’esperienza museale nei suoi aspetti cognitivi ed emozionali.
“Neuro-Museum” (“a NEUROaesthetic bridge between minds and Museums: the Use of Spatial cognition and Emotions for the accessibility, inclusivity and Understandability of the Meaning of cultural heritage”), finanziato dall’Unione Europea – NEXT GENERATION EU nell'ambito del PNRR M4C2, Investimento 1.1 “Fondo per il Programma Nazionale di Ricerca e Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN)”, sarà sviluppato da un gruppo interdisciplinare di ricerca che coinvolge il Politecnico di Torino con il lavoro del Dipartimento di Architettura e Design-DAD, del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture-DIATI e del Dipartimento di Automatica e Informatica-DAUIN e l’Università di Roma Sapienza (Dipartimento di Psicologia) indagando le reazioni del corpo e della mente nel corso di una visita museale.
Sotto la guida delle coordinatrici, le docenti del DAD Valeria Minucciani e Michela Benente, nelle scorse settimane sono stati condotti i primi esperimenti al Museo Egizio. Un primo gruppo di ricercatori e ricercatrici ha monitorato, tramite attrezzature neuroscientifiche indossabili, più di trenta volontari e volontarie mentre osservavano alcune teche contenenti sarcofagi e mummie dalle diverse caratteristiche.
Parallelamente, un altro gruppo di ricerca del Politecnico ha monitorato i volontari nel corso della visita globale al museo annotando i comportamenti e i tempi di visita, mentre un terzo gruppo, guidato dal professor Paolo Dabove del DIATI, ha registrato le traiettorie dei loro movimenti tramite tecniche di indoor positioning.
La ricerca si inserisce nel filone di studi che indaga come coinvolgere i visitatori in “esperienze trasformative” e inclusive, dove il ruolo delle emozioni è altrettanto importante rispetto a quello della sfera cognitiva.
“Sinora le indagini neuroscientifiche in ambito museale si sono concentrate sugli aspetti neuroestetici, ovvero come il visitatore direziona lo sguardo, che cosa osserva e per quanto tempo - spiega la professoressa Valeria Minucciani - Utilizzare queste tecniche per studiare come i visitatori reagiscono non solo agli oggetti ma anche allo spazio allestito e alla narrazione è invece ancora decisamente pionieristico”.
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