Ripartenza sprint per Simei: chiusa l'edizione 2022 con oltre 30mila presenze. Castelletti (UIV): Simei luogo di business e advocacy per comparto da più di 3 mld di euro
Boom artigianali ma necessario un Testo Unico
|
| GMF news - Guida Mondiale delle Fiere. Torino, 22 novembre 2022 – “Chiudiamo questa 29ª edizione di Simei con oltre 30mila presenze, in linea con il 2019, prima della pandemia: un dato che supera del 20% le nostre aspettative.”
Lo ha detto il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti, in chiusura del Salone internazionale macchine per enologia e imbottigliamento che si è svolto dal 15 al 18 novembre a Fiera Milano. “Abbiamo registrato un terzo dei visitatori dall’estero – ha aggiunto –, in rappresentanza di 50 Paesi in tutto il mondo, confermando la spiccata vocazione internazionale di un settore che realizza il 70% del suo fatturato all’estero. È stata una ripartenza sprint – ha concluso – che conferma Simei come la manifestazione leader per la tecnologia del wine&ebeverage, un luogo di business e networking per un comparto cruciale del made in Italy che vale più di 3 miliardi di euro, ma anche un incubatore di riflessioni e input per le politiche di settore, a partire dal tema della sostenibilità, trasversale a tutto l’evento”.
Con 480 espositori, 25.500 metri quadri espositivi e 450 delegati esteri invitati da Unione Italiana Vini e Agenzia Ice, Simei è il principale evento per la tecnologia del vino, dalla vigna alla cantina, dall’imbottigliamento all’etichettatura fino al bicchiere. L’edizione 2022 ha ospitato, oltre alle premiazioni dell’“Innovation Challenge Lucio Mastroberardino Simei 2022” e dell’Iga Beer Challenge, 40 iniziative in calendario tra convegni, tavole rotonde e caffè di approfondimento, in partnership, tra gli altri, con The Sustainable Wine Roundtable (SWR), Assoenologi, Craft Distilling Italy e le Donne del vino.
Birre: boom delle artigianali ma necessario un Testo Unico della Birra
Negli ultimi 7 anni ha visto il numero di imprese più che raddoppiare e la spesa media mensile degli italiani aumentare del 23%, registrando un aumento dei volumi consumati tra il 2017 e il 2021 del 127%. Eppure, il comparto della birra si scontra con un impianto normativo ormai obsoleto, con un’anzianità – in alcuni casi – di ben sessant’anni. Fotografato al Simei di Unione italiana vini (Fiera Milano, 15-18 novembre) in un convegno sulle birre artigianali a cura di Unionbirrai e della stessa Uiv, la birra made in Italy si appresta ora a chiedere un cambio di passo legislativo per garantire lo sviluppo e la competitività del settore.
Per il segretario generale dell’Associazione Unionbirrai, Simone Monetti: “È arrivato il momento di disciplinare la legislazione italiana in materia brassicola con un Testo Unico della Birra, così come è stato fatto per il vino. La normativa vigente sul prodotto birra è obsoleta e stratificata, e si rivela spesso lacunosa e contraddittoria, fuorviante nella presentazione dei prodotti al consumatore. Oltre a inibire l’innovazione – ha concluso –, questo rappresenta un ostacolo alla commercializzazione delle birre prodotte in Italia, favorendo l’ingresso di proposte più innovative dai mercati esteri”.
Tra gli esempi, i parametri in vigore (risalenti agli anni ’70) in materia di acidità, che rischiano di inibire il segmento delle birre sour prodotte nel Paese, o quelli sull’anidride carbonica, che penalizzano i prodotti invecchiati in botte con una ritenzione minima di CO2.
Secondo quanto illustrato dal funzionario agrario di ICQRF Emilia Romagna e Marche, Amleto Conocchiari, il grosso dell’impianto giuridico di riferimento si basa su una legge del 1962 (n. 1354 e smi: Disciplina igienica della produzione e del commercio della birra) e sul D.P.R. 30-12-1970 (n. 1498: Determinazione delle caratteristiche e dei requisiti dei diversi tipi di birra), provvedimenti con più di mezzo secolo.
Secondo il focus sulle birre artigianali realizzato dall’Osservatorio Birre Artigianali ObiArt-DAGRI dell’Università di Firenze e presentato a Simei dal coordinatore, Silvio Menghini, il brassicolo made in Italy conta 1.326 imprese e poco più di 9.600 addetti diretti (dati a ottobre 2022), per un comparto segmentato tra piccoli e microbirrifici (che rappresentano 8 imprese su 10 pur impiegando solo il 19% degli addetti) e aziende medio/grandi. Nel 2018 i birrifici artigianali in Italia hanno realizzato una produzione tra i 400mila e 600mila ettolitri con una distribuzione del prodotto fortemente localizzata e quasi interamente destinata al mercato domestico. Il Mastro Birraio tipo ha circa 40 anni, un diploma o laurea, e si è lanciato in quest’attività dal 2010. La crisi che ha colpito l’intero settore nel 2020 ha determinato una riduzione del numero degli addetti del comparto associata alla grande industria, ma non per i birrifici agricoli che rappresentano oggi il 22% dei birrifici nazionali, il 233% in più negli ultimi 7 anni. Sul fronte dei consumi, si stima che le famiglie spendano per la birra nel suo complesso circa il 30% del budget destinato alle bevande alcoliche (24 euro al mese nel 2021).
www.simei.it
Segreteria Generale Fiere UIV - Unione Italiana Vini Servizi Via San Vittore al Teatro, 3 20123 Milano, Italy Tel: +39 02 72222825/26/28 Fax: +39 02 866575 press@simei.it https://www.unioneitalianavini.it
Ufficio stampa Unione Italiana Vini e Simei: Ispropress Simone Velasco (327.9131676 – simovela@ispropress.it), Marta De Carli (393.4554270 – press@ispropress.it), Marina Catenacci (327.9131675 – stampa@ispropress.it) Sede legale e operativa: vicolo Calcirelli 21, 37122 Verona - Roma: via della Vite 58, 00187 Roma C.F. - P.IVA: 04447320237 – https://ispropress.it
|